mercoledì 4 gennaio 2012

IN MEMORIA DI GIORGIO BOCCA...

Un giornalista, un romanziere, un partigiano, un fascista, un antisemita.....sono solo alcune dei 1000 volti di Giorgio Bocca; in questo breve, ma intenso, ritratto, cerco di dare una fisionomia ad un personaggio complesso, insieme a Lorenzo Lattanzi, studente in relazioni internazionali e grande appassionato di giornalismo, meglio se d'inchiesta.


- CHI E’ STATO PER TE GIORGIO BOCCA?
Pur non essendo stato un assiduo lettore di Bocca riconosco che è stato una delle figure di riferimento del giornalismo, dal dopoguerra in poi; adoravo il suo essere un giornalista d’inchiesta, come ce ne sono pochi al giorno d’oggi, infatti ritengo che il suo (unico) degno erede è Marco Travaglio.

- QUINDI, DATA LA POLIEDRICITA’ DEL SOGGETTO, TENDI AD “INQUADRARLO” PRINCIPALMENTE COME UN GIORNALISTA?
Si, precisamente come un narratore che si divertiva a fare il giornalista; con le sue doti poteva tranquillamente essere un romanziere.

- COME GIUDICHI I SUOI RAPPORTI CON IL FASCISMO?
Ritengo fosse troppo giovane per essere additato come fascista; a quell’epoca era normale esserlo, lui aveva poco meno di 20 anni ed a quell’età si è facilmente influenzabili dall’ideologia predominante di quel tempo. Eppure, appena ha conosciuto gli intellettuali di quel tempo che gli hanno “aperto la testa”, ha subito cambiato idea.

- NON TI SEMBRA UNA GIUSTIFICAZIONE UN PO’ TROPPO SEMPLICISTICA? UN VOLERLO DIFENDERE A TUTTI I COSTI?
Sai, lui per me non aveva capito co’era il fascismo; e poi se viene tacciato di incoerenza sollevo una questione: chi è coerente in Italia? Forse i pre-comunisti di cui si è corcondato Berlusconi? ( Ferrara ndr). Questa perizia di additare qualcuno come “incoerente”, in un paese come l’Italia, mi fa ridere.

- UNA DELLE CRITICHE MAGGIORI CHE GLI SONO STATE RIVOLTE E’ RELATIVA AL SUO ESSERE RAZZISTA, IN PARTICOLAR MODO PER I SUOI GIUDIZI SUL MERIDIONE, COSA NE PENSI AL RIGUARDO?
In realtà lo pensiamo un po’ tutti, è inutile filosofeggiare, il sud è governato dalla mafia. Di certo non condivido i termini razzisti di Bocca e me ne dissocio, ma lui ha espresso un pensiero che non si può non condividere.
Ed è un vero peccato, il sud potrebbe essere potenzialmente una delle zone più ricche e potenti, geopoliticamente parlando, d’Europa, ma non è così; d’altronde, se l’Europa guarda al mediterraneocome ad un’Europa di “serie b”, la colpa è principalmente dell’Italia.



Questo è il nostro modo per ricordare un grande giornalista scomparso pochi giorni fa, cercando di fare una disamina oggettiva e corale del personaggio Bocca, nei suoi molteplici aspetti, nei suoi pregi e nei suoi difetti. 
Come apparso in un articolo su Linkiesta.it, faccio mio l’invito a ricordare ognuno il “suo” Giorgio Bocca; personalmente, lo ricorderò come un Giornalista vero, che avrebbe ancora tanto da insegnare a molti (moltissimi) suoi colleghi attuali.
Ciao Giorgio.


ALL INTERVIEW.

giovedì 7 luglio 2011

IL LATO OSCURO DEL VATICANO

Un amico del blog, Fabrizio Di Stefano, ci dà il suo punto di vista sul potere e l'influenza del vaticano in Italia; questa intervista non vuole urtare la sensibilità di nessuno, credente o meno, ma cerca solo di porre l'accento su argomenti (e quesiti)  oggettivamente validi, spesso ancora senza una risposta altrettanto valida. 
L'introduzione per un argomento così delicato è molto relativa, perciò vediamo cosa ne esce dall'intervista:

-         Giudichi la chiesa un’istituzione arcaica o la ritieni tuttora valida?
Senza dubbio è un’istituzione che ha bisogno di rinnovarsi, ma a mio avviso il problema maggiore è quello di essere al passo coi tempi nella comunicazione e con le generazioni attuali senza perdere di vista quelli che sono gli insegnamenti che la Dottrina Cattolica da sempre cerca di trasmettere. È un’ardua sfida che sta mettendo alla prova la Chiesa.

-         I recenti casi di pedofilia che hanno coinvolto i preti possono essere considerati come il simbolo dell’arretratezza e della conseguente inadeguatezza del Vaticano nel mondo d’oggi?
Il problema della pedofilia è un argomento troppo vasto e complesso per potervi rispondere in poche righe. A mio avviso l’origine del problema sta nell’appeal della Chiesa. Purtroppo con la crisi delle vocazioni si è giunti al punto in cui non c’è più un’attenta selezione del clero. Questo porta molte persone a prendere i voti senza avere una reale vocazione alla vita clericale e a tutte le rinunce che essa comporta, astinenza e frustrazione possono portare a tristi fenomeni come quelli della pedofilia dei quali tanto si parla oggi. 

-         Non pensi che la chiesa, come istituzione, abbia creato un vastissimo potere, specie in epoca medioevale, facendo leva sull’ignoranza e la povertà della gente?
Karl Marx disse “La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l'oppio dei popoli.” Condivido la quasi totalità di questa citazione. Infatti credo che tutti abbiano bisogno di una fede, un uomo senza fede spesso si trova disorientato, ma è su questo senso di disorientamento che le varie religioni fanno leva. Quello che potrebbe sembrare un’istituzione dal nobile fine, nei secoli e con le persone sbagliate al timone, è diventato uno strumento di schiavitù dei popoli.

-         Senza voler scendere nel blasfemo, non ti sembra che la “storiella” della vergine Maria messa incinta dallo Spirito Santo sia paragonabile ad una fiaba per bambini? E’ oggettivamente irreale.
La fede è irrazionale, ognuno può decidere di credere o meno a quello che viene detto dalle varie religioni. Senza dubbio le religioni col tempo sono state modificate e “romanzate”, e al giorno d’oggi ben pochi sanno cosa c’è di vero nella storia che ormai è parte della cultura popolare.

-         Conosci lo I.O.R. ( Istituto per le Opere di Religione)? Come spieghi che, una banca a scopo di lucro a tutti gli effetti, percepisca rendite finanziarie derivanti da investimenti al netto delle imposte fiscali?
Lo conosco. Non me lo spiego onestamente, ma ci sono molte istituzioni, imprese e persone fisiche che usufruiscono degli stessi privilegi. Vaticano o impresa privata che sia, è una cosa che non dovrebbe essere permessa a nessuno.

-         Ti sembra giusto che la Banca del Vaticano (o anche IOR) non aderisce ai patti internazionali in materia di antiriciclaggio?
Assolutamente no! È una banca come le altre e come le altre deve rispettare le leggi internazionali.

-         Non è questo un chiaro tentativo di “coprire” personaggi potenti, come alcuni nostri politici, che hanno conti correnti presso la IOR?
Non sono a conoscenza dei nomi dei correntisti dello IOR. Potrebbe essere ma non mi piace giudicare senza conoscere cosa accade dentro le mura vaticane.

-         A proposito di “coperture”, secondo rivelazioni di mafiosi pentiti, il capo della loggia massonica denominata P2, Licio Gelli, investiva il denaro dei Corleonesi nella banca del Vaticano; la collusione tra mafia e vaticano non lo consideri un aspetto inquietante della nostra nazione? Eppure nessuno ne parla.
Molto inquietante. Ci sono stati molti processi ma niente è venuto a galla. In tanti sono morti prima di poter deporre in tribunale, così non si saprà mai la verità. Nel nostro paese ci sono segreti che purtroppo non sono destinati ad esser rivelati.

-         Mafia – Massoneria – Politica: in conclusione, può essere questa “l’assicurazione sulla vita” per il Vaticano?
Il Vaticano è grande abbastanza per camminare da solo. La politica italiana ha un atteggiamento alquanto reverenziale nei confronti della Chiesa, ma il vento sta cambiando e ognuno vuole andare per la propria strada. 

lunedì 27 giugno 2011

IL DESTINO DI UN CAVALIERE

Berlusconi ha costruito il suo consenso ed il suo successo elettorale grazie soprattutto alla forte presa che ha avuto nelle zone in cui è nato e si è fatto conoscere, salendo alla ribalta come un imprenditore di successo fin dagli anni ’70; mi riferisco a Milano, sua storica roccaforte, alla Lombardia ed al nord in generale. Ma in questi ultimi anni, dati elettorali alla mano, salta all’occhio come il suo consenso è alle stelle in particolare in due regioni meridionali, tra l’altro spesso duramente attaccate dai suoi alleati leghisti, la Campania e la Sicilia.
Inevitabile chiedersi il motivo di tanto successo in regioni non solo lontane “geograficamente” dai luoghi cari a Berlusconi, ma distanti anche politicamente per via dell’unione dell’attuale premier con la Lega, partito nordista e soprattutto anti-meridionale.
In questo post cerco di indagare le possibili cause di questo all’apparenza inaspettato successo, analizzando a fondo delle motivazioni che spesso i giornali/telegiornali nazionali omettono parzialmente o totalmente.



1 PUNTO DI VISTA: I LEGAMI MALAVITOSI

I voti presi al Nord sono frutto di un consenso politico, e per quanto forte e radicato, comunque oscillante in base a scelte più o meno gradite agli elettori; d’altronde,  il consenso politico è aleatorio per definizione ed il recente risultato alle amministrative di Milano conferma questa tesi.
Al contrario, al sud, il premier non perde colpi (o quasi); fatta eccezione per l’inaspettata vittoria di De Magistris a Napoli, storicamente il consenso di Berlusconi nel meridione è elevato.
Eppure nell’ultimo quindicennio dominato dalla figura di Silvio, il sud non ha avuto un grande sviluppo, non ha compiuto chissà quali progressi, perciò occorre trovare un legame per capire il motivo dei numerosissimi voti presi da Berlusconi nel sud Italia;  dobbiamo chiederci se la presenza di LEGAMI MALAVITOSI, in grado di convogliare un gran numero di voti, possa essere una spiegazione possibile.
Personalmente, credo di si: purtroppo la radicazione di gruppi di matrice mafiosa o camorristica nel sud del nostro paese è cosa nota a tutti, così come la loro capacità di “sostituirsi” spesso allo stato ed alle istituzioni. Di conseguenza non è difficile immaginare la presenza di cosa nostra dietro questo ampio plebiscito in termini di voti a favore del nostro premier. Collegamento azzardato?

2 PUNTO DI VISTA: IL CLIENTELISMO

Una forma più “elegante” rispetto al primo punto di vista può essere rappresentato dal legame personale che Berlusconi ha saputo instaurare con imprenditori e politici del sud Italia, gente in grado di ottenere un (lecito?) consenso politico molto elevato; in altre parole, secondo quest’ottica non era Berlusconi a “sporcarsi le mani”, bensì i suoi uomini, con cui il legame non può che essere definito di tipo clientelare. Faccio un esempio, tale Salvatore (Totò) Cuffaro, presidente della regione Sicilia per quasi 8 anni, fino al 18/01/2008, noto per essere una vera e propria “macchina di voti”; è qui che il legame tra il 1 ed il 2 punto di vista si infittisce, poiché è più che plausibile che i voti che Cuffaro riceva erano di matrice mafiosa e non semplici consensi popolari per il suo operato politico. Per la cronaca, Cuffaro è stato condannato a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio.
Altro esempio, tale Giuseppe Ciarrapico, noto imprenditore ciociaro sulla cui teste pendono accuse e condanne  gravissime, tra cui ricettazione fallimentare, bancarotta fraudolenta, finanziamento illecito ai partiti; nonostante tutto ciò, ed oltre all’ostruzione dei suoi alleati durante la campagna elettorale del 2008, Berlusconi decide comunque di presentare Ciarrapico come candidato nel Lazio al senato della Repubblica, definendolo come un editore dalla fortissima influenza sulla stampa e quindi in grado di influenzare l’opinione pubblica.
Si potrebbe andare avanti per ore, ma questi due nomi sono rappresentativi del fatto che tramite legami clientelari, Berlusconi evitava di immischiarsi in prima persona in questi giochi di potere, godendone comunque i frutti in termini di consensi elettorali. E’ irreale affermare ciò?

3 PUNTO DI VISTA – IL POPULISMO STRATEGICO NEL MERIDIONE

Quest’ultimo punto di vista è meno diretto ed empiricamente verificabile degli altri due, poiché si basa essenzialmente su questioni di natura antropologica; storicamente, in zone a carattere rurale e non ancora al pari dei paesi più avanzati in termini di sviluppo del settore terziario, dell’istruzione e dei principi della democrazia, la figura del potere forte, unico ed accentrato, è in grado di avere una notevole presa sul popolo, se opportunamente utilizzata, più di qualsiasi altra figura a carattere maggiormente democratico.
Berlusconi, maestro nell’oratoria a scopo populista, ha avuto gioco facile nel colpire al dritto al cuore i sentimenti e le speranze del meridionale medio, proprio grazie al suo essere uomo solo al comando, autoritario, deciso, ed allo stesso tempo pronto ad aiutare chi ha bisogno, i quali, non sapendo “come si fa”, preferiscono delegare i propri problemi a chi sembra in grado di risolverli.
Berlusconi colpisce persone di questo target: basso livello di istruzione, aspettative non elevate per il futuro, disinteresse diffuso per i problemi che non riguardino ciò che capita loro direttamente.
Ad oggi non c’è un’alternativa dalla personalità tanto forte quanto Berlusconi, ed anche questo spiega il successo incontrastato che il premier tuttora riscontra in queste zone.

Osservazioni ragionevoli?

N.B.- La prossima analisi riguarderà il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, il pugliese Nichi Vendola.
Il blog, a carattere apartitico ma non apolitico, nel rispetto della pluralità e dell'informazione libera è attento a garantire la cosidetta "par condicio" in relazione ai soggetti politici esaminati, cercando di dare lo stesso spazio e riservare lo stesso trattamento a personaggi del centro-destra e del centro-sinistra.

lunedì 6 giugno 2011

UNO SGUARDO NEL CUORE DELLA DESTRA, TRA PASSATO E FUTURO.

Dopo aver dato spazio a Francesco Nicoli che ci ha parlato del PD, è arrivato il momento di dare uno sguardo alla situazione della destra in Italia! Per fare ciò, mi sono avvalso di un ragazzo, Lorenzo Putaturo, studente di economia e candidato consigliere comunale per "La Destra" nelle recenti elezioni amministrative.
La scelta di intervistare Lorenzo è nata principalmente dal fatto che sono in molti, specie negli ultimi mesi, a considerarsi elettori di destra pur non riconoscendosi in Berlusconi; così, per ovviare a ciò, ho deciso di entrare nel cuore della destra Italiana, nella roccaforte di chi, anche dopo Berlusconi, continuerà a militare in questo schieramento ideologico. 
Intervistato sui temi caldi della nostra attualità, sull'ideologia che sta dietro la scelta di candidarsi per LaDestra e su altri importanti temi, vediamo cosa Lorenzo ha risposto.




1-.Fai la tua presentazione, per quale partito ti sei candidato alle recenti elezioni? Da quanto tempo sei iscritto al partito?

Salve a tutti. Il mio nome è Lorenzo Putaturo, ho 21 anni e quest’anno ho deciso di candidarmi alle elezioni amministrative per Francavilla al Mare, per concorrere alla carica di consigliere comunale. Il mio partito è La Destra al quale appartengo già da un annetto.


2- LaDestra ed il Pdl, un rapporto difficile ed un amore mai sbocciato; tu prenderesti le distanze dall’attuale Pdl? 

Un amore mai sbocciato davvero. Io non prenderei le distanze dall’attuale PDL, no. 


3- Ad oggi la destra italiana è incarnata nella figura di Berlusconi; qual è la tua posizione nei confronti del premier? 

Si, a livello di immagine in Italia la destra è incarnata nella figura di Silvio Berlusconi. Le mie posizioni a riguardo sono assolutamente a favore del premier. Io credo che si parli troppo di gossip in Italia, si montino scandali anche laddove non ve ne sono, oppure si gonfiano vicende di importanza molto relativa. Io credo che in Italia faremmo meglio a guardare ciò che il governo fa per il nostro Paese. Ma ahimè le cose non stanno così. La maggior parte degli Italiani desidera lo scandalo, desidera ardentemente un discorso da poter fare al bar o dal parrucchiere. E l’immagine di Berlusconi ce ne ha regalato qualcuno di questi “scandali”. I media sono sempre puntati su di lui alla disperata ricerca di qualcosa da pubblicare in giro. Faremmo tutti quanti molto meglio a vedere ciò che il governo attuale di Berlusconi ha fatto per il paese. Non come lo scorso governo di sinistra. 

4- Berlusconi: liberista e liberale, divorziato ed indagato per prostituzione minorile, massonico e lobbysta; sono valori differenti da quelli che la cosidetta destra sociale persegue, perché vi siete legati a lui? Un classica convergenza d’interesse al mero fine di prendere più voti? 

Questa domanda mi strappa un sorriso. Le accuse piovute sul premier sono molteplici e, come dicevo poc’anzi, spesso gonfiate solo per essere gettate in pasto alla popolazione assetata di gossip. Tuttavia, l’alleanza politica differisce dal piano “personale”, se così posso chiamarlo. E’ appunto un’alleanza di tipo politico, che si riferisce alle ideologie politiche. Che poi qualcuno organizzi un festino ad Arcore, questo esula dalle ideologie partitiche. Non crede?


5- Si sente parlare di destra sociale, solidale, attenta ai bisogni dei più poveri, come nel caso del muto sociale e così via; lancio una provocazione: in cosa differisce, quindi, l’estrema destra dall’estrema sinistra? 

La destra è da sempre sociale. Soprattutto il mio partito. Dagli albori della storia è un movimento puramente sociale che si interessa dei lavoratori in primis. Dichiararsi di “estrema” destra o di “estrema” sinistra significa non sapere nulla in fatto di politica. Cos’è “l’estremo” in un partito? Un esagerazione. E come ben sappiamo esagerare non porta mai a nulla di buono. Tra estrema destra ed estrema sinistra non c’è differenza se non nelle parole. Me ne dissocio vivamente.

6- Non ti sembra il caso di superare ideologie nate nel secolo scorso(e relativi pregiudizi) che dovrebbero unire anziché dividere? Ti faccio un esempio, CasaPound ha organizzato una conferenza su un libro intitolato “L’altro Che. Ernesto Guevara mito e simbolo della destra militante”; altra provocazione: cos’è, si tratta di rubare simboli e miti alla sinistra? 

Io e il mio partito non apparteniamo a nessun tipo di ideologia nata nel secolo scorso. Pertanto, non vedo alcuna vecchia ideologia da superare. La nostra è un’ideologia assolutamente nuova e proiettata nel presente del nostro sociale. Per quanto concerne CasaPound, non sono nuovi a questa “presa in prestito” di simbolismo dalla sinistra. Ci fu anche un altro caso che riguardava lo sfruttamento del nome di Bobby Sands per commercializzare un sidro da parte di CasaPound. Diciamo che fanno un po’ come vogliono loro. Del resto, ognuno è libero. O sbaglio? Ognuno cerca di seguire la filosofia che si propone. C’è chi interpreta le cose in maniera diversa. Per il momento, La Destra si concentra solo ed unicamente per il presente sociale del nostro Paese. Tutto qui.


7- A proposito, la figlia di Ezra Pound si è risentita per l’appropriazione indebita dell’immagine del padre, dicendo in sostanza che il suo pensiero è stato travisato. Tu come la pensi? 

Sono d’accordo con la figlia di Ezra Pound. CasaPound nel proprio estremismo ai è appropriata di un nome che sicuramente travisa l’immagine di Ezra Pound. Ma qui parliamo di estremismo. Non ci riguarda.

8- “LaDestra è un partito democratico senza l’obbligo di definirsi antifascista” cit. Francesco Storace. Tu per cosa ti senti fascista? Ed in cosa, al contrario, concordi con gli antifascisti? 

Da ogni corrente e movimento storico, quale esso sia, dobbiamo ricavare gli insegnamenti positivi. Parlare oggi di Fascismo equivale a parlare di storia. Non sicuramente di presente. Ma voglio comunque rispondere alla sua domanda che tenta di mettermi alle strette: del fascismo ammirevole deve essere considerato sicuramente il lato sociale, l’interesse per i lavoratori, per il popolo, per le opere pubbliche numerose. In questo mi riconosco senza ombra di dubbio. Concordo con gli antifascisti nel criticare la violenza di alcuni movimenti di estrema destra che erroneamente si considerano “fascisti”. Il fascismo vero è tutt’altro. 


9- Qual è la tua posizione nei confronti dell’Unione Europea? Tra i punto chiave della destra c’è una componente a favore dell’Europa, definendosi occidentale ed europea, salvo poi criticare la UE come un organismo sovrannazionale antidemocratico. Tu da che parte stai? 

Dalla parte dell’UE, dalla parte di questa grande unione tra Paesi.


10- Cosa vuol dire, al giorno d’oggi, essere di destra? 

Al giorno d’oggi essere di destra vuol dire guardare al sociale con rigore e disciplina. Vuol dire desiderare cose giuste, opere vere per la popolazione Italiana. Vuol dire “sociale”, vuol dire “interesse al lavoro”. Vuol dire guardare ad un governo giusto per l’Italia. Vuol dire, semplicemente, governo.

lunedì 30 maggio 2011

VITA DA DJ - ISTRUZIONI PER L'USO/2


In questo post ho deciso di passare sotto la lente d'ingrandimento un lavoro che molti ragazzi, almeno una volta nella vita, hanno sognato di fare: il DJ. Per cercare di entrare nella loro vita, nei loro pensieri, nel loro modo di essere, ho intervistato uno dei più noti DJ della riviera abruzzese, Davide Camplone. Vediamo qual'è il suo punto di vista sulla situazione dell'industria discografica mondiale, quali sono le sue idee in merito e sopratutto quali consigli dà a tutti voi che state leggendo questo post e desiderate diventare DJ. 


-    Dare vita alla materia (la consolle) per trasformarla in emozione: è questo il vero ruolo del DJ?

La tua definizione è esatta ed è soggetta ad un'unica interpretazione: non importa quante persone si hanno davanti 10, 1000, 10000, l’importante è  trasmettere un emozione. Riportando la definizione di Arte: “l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni” posso aggiungere che un dj che riesce a trasmettere un emozione può essere definito artista.


-         Da quando fai il DJ?

Ho iniziato a fare il dj all’età di 18 anni, quindi ben 7 anni fa. Ho fatto molta gavetta prima di arrivare a trovarmi a suonare nei diversi locali del circuito pescarese. Ho iniziato a lavorare in maniera stabile nelle discoteche dal 2008. Pian piano ho raggiunto tutte quelle consolle su cui da piccolo sognavo di salire, come ad esempio quella del Parco dei Cigni o anche quella del Gattopardo. Nel 2009 ho avuto la fortuna di essere stato resident  presso  la “Martina” situata a Ibiza, sono stato lì per 3 mesi e ho avuto l’ opportunità di sentire i migliori dj al mondo ed osservare i modelli organizzativi delle migliori discoteche  in Europa e tra le prime al Mondo.


-         Che consiglio daresti ad un ragazzo che vuole intraprendere questo mestiere?

Una qualsiasi passione, se c’è deve essere coltivata.  Negli ultimi anni il ruolo del dj all’interno dei locali è cambiato. Il ruolo del dj è diventato una moda, questo ha comportato l’aumento spropositato dell’offerta dei dj. Gli organizzatori per incassare sempre di più denaro hanno colto al volo l’occasione  trasformando il dj in P.R.. Questo ha creato un disordine, a mio parere enorme a livello artistico, con il successivo verificarsi di situazioni più assurde: il dj resident che ha cultura musicale ed esperienza viene sacrificato per un  un p.r. che ha solo intenzioni di visibilità,  ma che non sa neanche cos’è un bpm. Per il dj che vuole emergere dunque rimane difficile trovare spazio per esprimersi. Il consiglio che posso dare a livello artistico è quello di sapersi esprimere musicalmente a 360 gradi sapendo mantenere ogni tipo di pista, mentre a livello personale rimanere sempre umili,  assumere la consapevolezza di diventare manager di se stessi, creare un piccolo staff  promozionale che permetta di apportare numeri ai direttori artistici in cambio di un piccolo spazio consolle in cui dovrete far sentire tutte le vostre qualità. Attualmente è un lavoro duro, a volte scoraggiante, ma necessario per  trovare spazio e crescere.


            -         Qual è stato il tuo primo cd acquistato? E l’ultimo?

Il mio primo cd acquistato con la paghetta settimanale fu Hit Mania Dance 2000 non avendo altri fondi per acquistare molteplici cd feci la scelta di comprare quello con più tracce che mi piacevano ( ricordo ancora bene le hit del tempo erano l’amour toujour di gigi d’agostino o anche toca’s miracle dei fragma, pezzi che ogni tanto ancora metto nelle chiusure delle serate universitarie.  L’ ultimo cd che ho acquistato è “dj selection” è una compilation fatta apposta per dj, contiene le versioni estese di diverse canzoni.


-         Da napster in poi, come la pensi circa la possibilità di scaricare musica gratuitamente?

Per quanto riguarda il download ci dovrebbe essere più flessibilità da parte delle leggi. Quando ero a Ibiza, non c era Siae, era tutto molto più libero.  La Siae dovrebbe essere un ente che favorisce e tutela gli artisti, ma in un certo senso li sfavorisce perché non considera legali tutte quelle tracce che vengono acquistate o scaricate su consenso stesso dell’artista su siti internet come soundcloud, beatport etc. Quindi io dj non posso mettere in serata un disco di un bravissimo talento emergente, se quest’ultimo non fa uscire un cd registrato dalla Siae. Sembra assurdo, ma ora qualcosa si sta muovendo fortunamente.


-         Pensi si possa arginare questo fenomeno?

Per arginare il fenomeno si dovrebbe ridurre il prezzo dei cd musicali oltre a questo andrebbero favorite tutte quelle piattaforme internet che consentono l acquisto digitale del brano a prezzo accessibile, come beatport .


-  Forse i prezzi dei cd sono effettivamente troppo alti, se dipendesse da te quanto lo faresti pagare, in media, un cd?

Un cd secondo me dovrebbe costare 8-10 euro in modo che possa essere accessibile a tutti.

-         Hai mai pensato di produrre un tuo cd personale?

Per adesso realizzo mixati di varie canzoni, però sto valutando l’idea di imparare a produrre. La produzione la considero il passo successivo di crescita di un dj. E’ l’unica possibilità per un dj provinciale di affermarsi e diventare un dj di livello mondiale.


-         Parte delle “fortune” dei DJ più in voga del momento, sono arrivate grazie a collaborazioni con cantanti famosi; tu con chi collaboreresti?


Attualmente dj del calibro di David Guetta o Bob Sinclair  hanno raggiunto fama a livello mondiale, addirittura superiore a cantanti di livello internazionale. Adesso per assurdo sono i cantanti che richiedono la collaborazione a questi dj, questo sottolinea la parte artistica di un vero dj che non significa dunque mettere  solo un paio di dischi, ma lavorare a un progetto che andrà a produrre emozioni per milioni di persone.  Io nel mio piccolo Sarei ben felice di collaborare con qualunque artista che sia esso famoso o meno.


-         Industria discografica: tu come la pensi su questo settore?

Il mercato dell’ industria discografica è entrato in crisi in concomitanza con la creazione di Napster.  Le major discografiche nel 2000 spesero miliardi di dollari per fare causa a Napster e quello fu il momento in cui le etichette si suicidarono. Il mercato discografico ebbe un'incredibile opportunità allora. Stavano tutti usando lo stesso servizio. Era come se stessero ascoltando tutti la stessa radio. Poi Napster chiuse, e quei trenta o quaranta milioni di persone se ne andarono a scaricare su nuove piattaforme. Le case discografiche non furono dunque pronte ad accaparrarsi quella nuova fetta di mercato che stava nascendo.  Intervenendo allora avrebbero potuto continuare a trarne profitti. Ora con la possibilità di scaricare il brano preferito facilmente ed in circa due minuti sono pochi quelli che vanno ad acquistare un cd a 25 euro.


-          Mai pensato di fare altro nella vita?

Avendo 25 anni, ho ancora qualche anno per valutare tutto ciò che la vita ha da offrirmi. Bisogna sempre porsi nuovi obbiettivi e non stabilizzarsi in un unico settore. Molto spesso mi vedo occupato anche come organizzatore di eventi. La vita nottura comunque non è l’unica attività che impegna la mia vita.

-         Come ti vedi fra 30 anni?

Tra 30 anni penso di aver smesso di fare il dj nelle varie discoteche,  sicuramente terrò a casa una consolle con cui divertirmi, magari insieme a miei figli, se ne avrò J.

Ti ringrazio di questa intervista spero di essere stato utile per chiarire quel riguarda il ruolo del dj.

domenica 22 maggio 2011

I GIOVANI E LA POLITICA NELLE AMMINISTRATIVE 2011


Con questo post porto all'attenzione il rapporto tra i giovani e la politica, quella vera,
 fatta nei piccoli comuni. Ho deciso di intervistare un mio caro amico, Jacopo Lupi, 
alla sua prima esperienza politica, candidatosi come consigliere comunale in un paese abruzzese; 
Jacopo, studente in scienze politiche ed autore di un romanzo edito nel 2010, ci dà il 
suopunto di vista sulle realtà politiche e socioeconomiche dei piccoli comuni. 
L'obiettivo è di analizzare una politica diversa, fatta sul territorio per il territorio stesso,
proponendo innovazioni e valori che dovrebbero essere condivisi da tutti i giovani
desiderosi di lanciarsi nel difficile contesto politico-amministrativo.
     

     1-  Come mai un ragazzo giovane come te (vista l’età media dei nostri politici) ha deciso di lanciarsi in politica?

     La mia decisione, ambiziosa proprio per la mia età, è scaturita dopo una diatriba giornalistica presso un noto periodico della Valle del Sagittario ( il gazzettino della Valle del Sagittario), dove per mesi si sono sollevate polemiche e piagnistei vari sulla difficile situazione economica, politica e sociale in cui versa Villalago. Si sono susseguiti numerosi articoli in cui cercavo di dare delle idee nuove per risolvere, o tentare di risolvere, i vari problemi, per dar consigli agli amministratori che si andavano a candidare per questa sfida. Avendo trovato davanti a me solo l’indifferenza generale per le mie idee, dovute sicuramente alla mia giovane età, ho deciso di mettermi in prima linea e far capire con i fatti che quelle erano e sono idee intelligenti e innovative. Così, a sorpresa di molti, sono sceso in campo (per usare un termine del settore) e mi sono messo subito a lavoro per organizzare un mio programma personale da incorporare nel programma generale di lista. Cosa mi ha mosso? La forza delle idee e la voglia di realizzarle.


    2- Quanto è forte la voglia di “scalare” i gradini della politica, dal livello locale a quello nazionale?

Non nego che la politica è un impegno che mi ha sempre affascinato non poco, e trovarmi a scalare i gradini della politica è un idea suggestiva anche se molto impervia e delicata. Per ora preferisco pensare e ragionare nel mio piccolo a livello locale, anche perché credo fermamente che, amministrare un paesino come Villalago, sia di gran lunga più difficile che occupare una poltrona in provincia, in regione o a livello nazionale. Questo perché l’amministrazione locale ti porta a camminare per le strade del paese, a fermarti nelle case e chiacchierare con i tuoi concittadini, ascoltando i problemi e le difficoltà reali di un paese, le difficoltà reali di ogni singolo cittadino; così cercando di far bene per ognuno di essi risolvi i problemi di tutti e del paese stesso. Questa è la politica che amo di più, anche se, la forza delle mie idee e la voglia di realizzarle so già che mi spingerà a guardare sempre più avanti e camminare, o provare a camminare, sempre più in alto.

3-    Arrivismo ed ambizione, due facce della stessa medaglia? Come la pensi al riguardo?

Due facce della stessa medaglia ma con un significato così diverso da renderle entrambe figlie illegittime di una stessa madre. L’ambizione a mio avviso è cosa che pochi hanno e che pochi possono avere realmente perché è figlia del genio umano e mette a dura prova il talento di una persona; l’arrivismo possono averlo tutti e molti lo hanno perché mette in bella mostra solo la faccia tosta di ognuno di noi e l’egoismo innato di ogni persona. Se devo esser sincero non riesco a vedermi da solo contro il mondo per arrivare e scalare il proprio ego; piuttosto mi piace immaginarmi il futuro come una lenta costruzione, mattone dopo mattone, da realizzare insieme alle persone, cercando di essere ambizioso abbastanza da non perdere mai l’entusiasmo e la voglia di fare e di costruire il mio mondo insieme a tutti, anche chi non la pensa come me.

4-    Parliamo in termini concreti, quali sono i punti chiave del tuo progetto?

Per queste amministrative, a differenza di molti, ho cercato di essere concreto da subito affinché mi si identifichi con le mie idee e progetti e non con la mia faccia e il mio nome e cognome. La parte di programma redatta da me è su una idea ambiziosa ma non impossibile da realizzare, anzi. Sto gettando le basi per la creazione del “Consorzio Turistico Valle Del Sagittario” dove cercare di convogliare i sei paesi della Valle affinché si possa avere una visione dell’industria del turismo unitaria e organizzare strutturalmente tutta l’offerta turistica a nostra disposizione. Questa mia idea nasce dalla consapevolezza che Villalago, come gli altri piccoli centri della valle, da solo ha le sue manifestazioni e la sua appetibilità turistica, ma non è forte abbastanza da competere con altri centri in Italia, meno belli ma più conosciuti; l’idea è quella di offrire al turista un pacchetto allargato di offerte e imporci nel panorama nazionale e internazionale. Associato al consorzio verrà istituita successivamente una cooperativa di giovani che vadano a gestire la ricettività a Villalago in unione con le cooperative degli altri paesi, fornendo un servizio in più al paese stesso e posti di lavoro nuovi. Questo è un progetto ambizioso ma sicuramente realizzabile, in tempi brevissimi, con un costo minimo per il comune e con un impatto pubblicitario inimmaginabile.

5-    Pensi che questi punti chiave possano essere facilmente estendibili anche ad altri paesi simili a villalago? (simili per dimensione e contesto geopolitico)

Questo è un progetto che non è nuovo nel suo genere, prendete ad esempio il consorzio turistico “cinque terre”, cinque paesini che non erano conosciuti e che ora sono la perla d’Italia; per questo che il consorzio può e deve essere esportato anche in altre realtà, ed altre zone in abruzzo e non. Io ci credo.

6-    Piattaforme virtuali per l’e-government: è un punto di partenza per ridurre tempi e costi, quindi sprechi? In che ambito lo utilizzeresti?

L'e-Government rappresenta un'opportunità rilevante per il nostro Paese: è senza dubbio un elemento catalizzante in grado di favorire l’innovazione della Pubblica Amministrazione e delle sue modalità di relazionarsi con cittadini e imprese. Questo deve essere il futuro, per abbattere le spese inutili e la carta straccia di cui si abusa negli uffici, ma forse prematuro nel mio scenario politico di un piccolo paese ancora poco tecnologico. Anche se un idea a riguardo già c’è. Ho inserito nel mio programma personale e in quello di lista una diversa strutturazione del sito internet del Comune e, attraverso un bando, cercare la società che andrà a creare un sito dinamico e predisposto all’e-goverment con servizi dedicati ai privati e alle imprese presenti su tutto il territorio della Valle del Sagittario, come il pagamento on line delle utenze erogate dalle municipalizzate, dell’imposta sugli immobili e di quella sui rifiuti; le iscrizioni scolastiche e i servizi scolastici (mense, trasporti...), le richieste per assegni sociali, le richieste anagrafiche (come il cambio di residenza), le visioni delle variazioni domiciliari, e così via. Questo ovviamente avrà dei tempi più lunghi nel nostro paese per la sensibilizzazione a questo nuovo modo di amministrare e gestire le risorse.

7-    Ritieni opportuno accorpare comuni di dimensioni ridotte, ipotizziamo inferiori ai 5000 abitanti, per una più efficiente gestione organizzativa?

Si, l’idea è affascinante e sicuramente utile a livello amministrativo e politico ma, allo stato dei fatti irrealizzabile in Italia. E questo perché c’è ancora un lato oscuro della politica che riguarda le poltrone da occupare. Questo progetto darebbe sicuramente modo di lavorare meglio a una politica unitaria ma farebbe perdere diversi posti molto ambiti a chi fa politica per mero interesse. Io non ostante sto affacciandomi ora alla politica sono d’accordo all’accorpamento per il semplice motivo che sarebbe utile ai paesi piccoli. Ma sono anche onesto nel dire che difficilmente ci si arriverà proprio per l’ostracismo di una parte, quella sporca, della politica italiana.


8-    Consiglieri comunali e stipendi; cosa fare per evitare che persone entrino in politica per un mero interesse economico? Lancio una proposta: colui che non presenzia ad un numero minimo di sedute non potrà mai più ricandidarsi in futuro, con una multa anche al partito.

Come dicevo prima c’è un lato oscuro della politica, che non condivido, difficile da ostacolare ma con idee come la tua si proverebbe ad eliminare gradualmente. L’idea della multa e del numero minimo di sedute è un campo percorribile ma io sinceramente, per risolvere questo annoso problema vorrei essere ancora più duro e più diretto, proprio perché prima di passare dall’altra parte della barricata e candidarmi, ero un ragazzo, un giornalista e un osservatore indignato di tutti questi privilegi non guadagnati. Per quanto riguarda un piccolo centro come il nostro il problema è relativo, ma in città più grandi questa è un grave realtà che va assolutamente cambiata. La soluzione deve essere dura, perché le multe non scoraggiano più del dovuto. Bisogna eliminare i privilegi e pagare anche nei grandi comuni a gettone di presenza; istituire un organo di controllo superiore per i politici; rendere aperte, online, o comunque visibili a tutti,le sedute dei consigli comunali affinché le persone si rendano conto di quello che accade e dei politici attenti all’interesse dei cittadini e di quelli che invece agiscono solo per soldi. Trasparenza e punizioni severe e restrittive.

9-    Ritieni più giusto “internazionalizzare” questi piccoli paesi, nel rispetto delle tradizioni di ognuno, o ritieni più opportuno far mantenere una precisa autonomia ed “indipendenza” ad ognuno di essi?

Ogni paese ha la sua storia e la sua tradizione che va conservata e mantenuta viva, però ogni paese, al mondo d’oggi, ha necessità vitale di mettere piede fuori dalla propria realtà e aprire una finestra verso il mondo e quello che c’è fuori. Internazionalizzare senza snaturare il paese è una mia priorità; potrebbe dare interessanti sviluppi futuri non solo turistici, ma anche economici e sociali, quindi sono totalmente favorevole e aperto a questa eventualità.

   10-  Come fare a promuovere questi paesi sul territorio nazionale? Hai qualche idea al riguardo?

In primis, come già ti dicevo, la nascita del Consorzio è la condicio sine qua non; poi senza dubbio l’utilizzo intelligente della rete per garantire un panorama mondiale e far innamorare il turista delle nostre manifestazioni; e infine creare un pacchetto di offerte appetibile e vantaggioso in tutti i sensi per andare a prendere e portare nella nostra terra il turista ignaro.

11- Immagina di essere arrivato a fine mandato: se guardi indietro, cosa pensi (e speri) di trovare?

Spero di trovare le basi per la crescita del mio ambizioso progetto; guardare il paese con il sorriso e dire “ce la possiamo fare!”. Guardare i giovani e vedere nei loro occhi la luce con la quale io ora vedo il futuro, un futuro che può aprire numerose possibilità ma che ora, è ancora sopito nelle coscienze di tutti. Spero di trovare, alla fine del mio ipotetico mandato una voglia nuova, di tutti, per continuare a gettare sempre nuove basi e porsi sempre nuovi obiettivi.

domenica 8 maggio 2011

Il PD ed il centrosinistra: un punto di vista sulla situazione attuale.

Ciao a tutti!! Con questo post introduco un argomento sempre di grande attualità, ovvero ciò che avviene nell'area politica del centrosinistra ed all'interno del suo partito più grande, il PD.
Mi sono avvalso del punto di vista di un ragazzo, Francesco Nicoli, appassionato di politica ed economia, per avere un punto di vista giovane e fresco ed effettuare un'analisi lucida e libera dalle facili retoriche.
Francesco, studente all'università Sacro Cuore di Milano, vanta numerose esperienze di studio all'estero, tra cui annovero l'università di Montpellier, utili a forgiare un carattere cosmopolita ed un'obiettività critica notevole.
Vediamo cosa ha risposto alle mie domande.


1-    A  quale “corrente di pensiero” interna al PD appartieni?

Mi riconosco in una visione liberal-democratica del partito, che oggi pare un po’ latitare. Credo fortemente in una democrazia bipartitica sul modello anglosassone, caratterizzato dal rispetto reciproco dei contendenti. Considero cruciale la dinamica economica,  perché il futuro di questo paese sta nel controllo oggi delle conseguenze della globalizzazione. (Clinton ripeteva a se stesso “it’s the Economy, stupid”). Il leader che di gran lunga si avvicina di più a questa visione è fuor di dubbio Walter Veltroni.

2-     Ritieni una scelta giusta e doverosa, oppure frettolosa ed ingenerosa quella di allontanare Veltroni subito dopo la sconfitta nel 2008?

Veltroni non è stato allontanato, si è dimesso. Una scelta di grande umiltà di un uomo a servizio del suo partito. La tragedia fu l’ostruzionismo più completo che paralizzò durante la sua segreteria la vita del partito, e perché no, la scelta sbagliata di alcuni collaboratori.

3-     Sinistra e potere; spesso, quando un politico in area centro-sinistra mette in atto una buona iniziativa, magari neanche su scala nazionale, viene subito proposto come leader, anzichè come un ottimo esponente del partito. Ritieni questo un sintomo di un vuoto di potere? Quanto pensi che ciò incida in un’ottica di perdita di elettori?

La questione è: chi propone queste persone come leaders? Spesso l’informazione ha un ruolo cruciale nel costruire “il mito” di un personaggio e a proiettarlo su una scena inattesa. Venendo alla risposta, penso che la sinistra sia orfana di un progetto, prima che di un leader. Io ritengo che prima  vadano fatti i programmi, poi si possa procedere a scegliere il leader. Oggi non abbiamo programmi coerenti, non abbiamo una “vision”, per questo siamo fallimentari. Il progetto di Veltroni, per quante pecche potessero macchiarlo, aveva il pregio di portare avanti una visione del mondo, della politica, dell’economia, che era percepita unitariamente, come una sfida. Oggi ci manca questo: una visione del mondo.

4-     Non ritieni che il PD abbia abusato delle primarie?

Ritengo che non si abusi mai per troppa democrazia. Le primarie sono il modo migliore per educare i propri membri a comportarsi ed accettare la scelta democratica. Dovremmo chiederci però: “quanto sono democratiche le nostre primarie? Come migliorarle?”  penso che bisognerebbe adottare un modello di primaria “lunga”, regione per regione, in modo da dare la possibilità alla gente di riflettere sulle sue scelte. E penso anche  che il partito dovrebbe fare, in fase “non elettorale” (interna ed esterna) un cammino di formazione alle primarie per iscritti e partecipanti: il problema più grande della democrazia è quando i soggetti chiamati a votare non sono in grado di collegare le figure dei leader con i loro progetti, ma votano semplicemente sulla base della “simpatia”.

5-     Chi è il tuo leader preferito?

Ei fu Tommaso Padoa Schioppa. Lui era un leader, ma espresso, forse, in altri termini. Dopo, non vedo con dispiacere Renzi o Civati, ma anche personalità esterne come Monti o Montezemolo non mi dispiacerebbero.

6-     Il PD e l’apertura verso la sinistra comunista; tu come la vedi? Ritieni le idee e la personalità di Vendola compatibili con il PD?

Vendola si rifiutò di entrare nel PD, trattando con disprezzo il nostro progetto. Se ora pensa diversamente rispetto al nostro partito, lo faccia sapere. Saremo ben felici di fare un congresso per accogliere l’ex SeL nel Partito Democratico. Ma la vocazione resta maggioritaria.

7-     Chi fa più opposizione a sinistra, Bersani o Di Pietro?

Cosa vuol dire opposizione? Opposizione è chi urla di più, o chi cerca di costruire un futuro diverso al paese senza sacrificare ogni cosa per piccole vittorie nello scontro politico quotidiano? Quando Di Pietro attacca il capo dello stato, vota contro le missioni all’estero, si pone al di fuori della logica, dalla tradizione e dalla prassi costituzionale che vuole le forze politiche divise sui temi d’ordinaria amministrazione, ma coese nella difesa delle forze armate impegnate all’estero e nel riconoscere nel capo dello stato l’organo di reciproca tutela. Ricordiamoci tutti che il patto democratico si fonda su un Consenso per Intersezione, nella riuscita definizione di Rawls, e che il capo dello stato ha come unico e sacro dovere difendere i fondamenti di tale patto.

8-     Personalmente ritengo i partiti di estrema sinistra adatti solo a fare opposizione, ma con scarsa vena costruttiva quando si tratta di governare. Concordi?

Non avendo mai governato, e sapendo che non governeranno mai, costruiscono il proprio consenso su forme più raffinate, ma altrettanto odiose, di populismo allo stato brado.

9-     Quanto potrà pesare il “disfattismo” dei partiti di estrema sinistra in caso di vittoria alle elezioni? Il caso Prodi insegna..!

Prodi perse all’ultimo istante il 15% dei consensi moderati perché un leader di un micro partito estrema sinistra,  preoccupato dal fatto che un centro della coalizione troppo forte avrebbe annullato il potere di veto del suo micro partito,  andò in televisione e disse che avrebbe aumentato le tasse alla classe media. Raggiunse il suo obiettivo e ottenne il potere di veto. Sappiamo come andò: io spero che l’estrema sinistra continui a restare esclusa dall’arena parlamentare, almeno fino al momento in cui non trova forme più civili di confronto politico.

10-Immaginati a capo del PD nell’opposizione; indica 3 punti sui quali faresti una tenace  opposizione all’attuale governo.

1)    Riforma costituzionale e della giustizia
2)    Politica estera verso dittatori vari, Putin in primis
3)    Totale assenza di riforme economiche, anche a costo 0.

11-Immaginati a capo del PD al governo; indica i 3 punti principali su cui lavorare nei primi 100 giorni.

1)    “It’s the economy, stupid”. Bisogna rilanciare l’economia, e al contempo ottenere il pareggio di bilancio. Una mission impossible che vedrebbe tutta la mia attenzione.
2)    La politica Europea: molti temi della globalizzazione sono impossibili da gestire a livello locale, pensiamo all’immigrazione, alla politica economica comune, alla politica estera.
3)    Il federalismo: esso dev’essere una priorità assoluta per un partito di centrosinistra, in quanto – se ben inteso- principio di governo che concilia responsabilità e solidarietà. A mio avviso, senza il federalismo la democrazia è incompleta.

12-Condividi la posizione del PD sulla guerra in Libia?

Certamente. Tra l’altro, mi spiace che il premier abbia cambiato idea cosi tardi. Viste tutte le volte che il Cammellaio è venuto sul suolo patrio, sarebbe stato molto comodo da catturare…

13-A tuo parere, ritieni D’Alema un “burattinaio” con ancora forte influenza nel centro-sinistra, oppure credi che il suo peso politico sia limitato?

D’Alema è un leader dalle straordinarie capacità e dallo straordinario carisma. Ritengo sia essenziale per questo partito, non c’è nessun altro (eccetto forse lo stesso Prodi) che ha una tale conoscenza dell’arena internazionale ed europea. detto questo, io ritengo che gli vada affidato un compito chiaro e preciso, da cui disponga di una forte autorità, limitata però sul suo settore. Lasciarlo privo di incarichi (e quindi di vincoli e obiettivi formali) è un modo per non volerlo mettere alla prova e consentirgli di fare il suo gioco dietro le linee. A mio avviso, dovrebbe ricevere il mandato di costruire, per le prossime elezioni europee. Un Partito Democratico Europeo. È l’unico, in Europa, a poterlo fare.

14-Affidare la leadership del PD ad uno “straniero”, fuori dai giochi della politica, come ad esempio Corrado Passera; tu come la pensi al riguardo?

Non conosco l’esperienza di Passera direttamente. Vedrei però con favore altri grandi personaggi, come Montezemolo, Draghi o Monti.